domenica 20 maggio 2012

aspettando la "molteplicità" -3- punto esclamativo!

Oggi è  il giorno dopo. L'attentato a Brindisi chiede, tra le altre cose, ulteriori  sforzi a tutti noi che dedichiamo tempo e vita ai valori della cultura e dell'istruzione. 
Le note di ieri giravano attorno al rapporto tra pensiero e matematica, tra il pensiero di chi la matematica la pratica fino a esplorarne le espressioni più alte e recenti e il pensiero di chi, in una scuola qualunque, come quella di Brindisi, la studia perché qualcuno ha deciso che è una materia da studiare. E, di conseguenza, cosa c'è nel pensiero di chi decide i contenuti dell'insegnamento e le sue finalità. La matematica è una delle due materie oggetto di "testificazione Invalsi". L'altra è l'italiano. Le due materie fondamentali nella conoscenza. Peccato - e questa è la mia opinione - che le crocette ne ammazzino questa forte funzione di "fondamento". 
Riporterò nelle prossime note alcuni post del mio vecchio blog Splinder che riguardano l'insegnamento dell'italiano, per poterli richiamare quando finalmente affronterò la "molteplicità", per me legata al "fondamento".

I post sono nati come commento a un quesito posto nel 2008 in un test di maturità inglese, riportato dai giornali italiani. Riguardava il tema di inglese alla maturità in una scuola del Regno: «Descrivi la stanza dove sei seduto». Svolgimento: «Fuck off»
L’esaminatore, che è un importante professore britannico, non ha battuto ciglio, non si è offeso e non ha dato zero al sedicenne. Il voto è stato 2 punti su 27: uno guadagnato perchè non c’erano errori di ortografia o di sintassi nel tema e il secondo perchè la frase esprime un pensiero compiuto.
Il professor Peter Buckroyd ha spiegato nelle sue note al componimento che per guadagnare un punteggio minimo gli studenti debbono dimostrare di saper esporre «qualche semplice sequenza di idee» e saper «mettere alcune parole in ordine». Dunque «vai a fare...» ricade nella categoria valutabile con una certa positività. Il professore ha aggiunto che avrebbe aggiunto un voto in più se il ragazzo avesse concluso la frase con un punto esclamativo «Fuck off!», certamente adatto a un’ingiuria brusca.
La storia è stata raccontata dal Times, che si è scandalizzato, perchè il GCSE, General Certificate of Secondary Education, è un rito del sistema scolastico britannico, viene affrontato ogni anno da circa 780 mila sedicenni ed è decisivo per le iscrizioni alle più o meno prestigiose università. «Scrivete fuck off nel tema e prenderete il 7,5% del voto massimo. Aggiungete un punto esclamativo e il voto salirà all’11%», ha scritto il giornale con logica aritmetica.

Mr Buckroyd, che è chief examiner, responsabile anche per la preparazione dei colleghi membri di commissione d’esame, ha tenuto il punto. «Meglio un insulto che lasciare il foglio in bianco come fanno molti nostri ragazzi. Sarebbe stato sbagliato dare zero, perché quel fuck off ha mostrato una istruzione di base». L’organismo di controllo degli esami AQA (Assessment and Qualifications Alliance) ora dice che è il caso di rivedere le linee guida per la valutazione della maturità. Ma concorda con il professore che il «caso unico di espressione del candidato andava comunque considerato».

Ecco questa è la reiterata, scandalizzata cronaca dei giornalisti che sottolineano come sia stato o non sia stato dato un punteggio diverso da zero a un tema siffatto.

Io invece sono rimasta colpita dal titolo del tema: "descrivi la stanza dove sei seduto". Neanche all’esame di quinta elementare sarebbe venuto in mente di darlo, da noi, e da loro ci si gioca l'ammissione all'università..

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