venerdì 24 febbraio 2012

se questi video vi sembrano solo canzoni allora avete un problema






Dopo un lungo Prologo* informativo avevo promesso di postare i video presentati agli studenti in apertura di laboratorio, e lo faccio.
In Certosa, prima della proiezione,  ho spiegato, adattandolo all'età media degli ascoltatori - 12 anni - il contenuto del prologo. Hanno incredibilmente capito subito, e anche si sono incuriositi. 

Di seguito ho fatto vedere, come esempio di comunicazione di stati emotivi, i seguenti video (prima di caricarli è meglio finire di leggere):


1 - Simone Kermes, Dopo un'orrida procella, Griselda, Vivaldi 
2 - Cecilia Bartoli, Agitata da due venti, Griselda, Vivaldi
3 - Haka Maori
4 - Sefyu
5 -  Wazimbo, Nwahlwana


In realtà i video era di più, ma questi sono rappresentativi del discorso. Dico subito che avevo paura di rovinare tutto presentando all'inizio brani di lirica a dodicenni che avevano pratica - salvo 4 eccezioni - solo di Lady Gaga, ma la scelta ha funzionato!
Ho chiesto di prestare attenzione alla mimica facciale, al muoversi del corpo, agli occhi dei cantanti, ai salti delle note della melodia (gli intervalli), cioè alla vicinanza tra loro delle note cantate (per esempio do-re nella stessa ottava, oppure do-re con il do in una ottava e il re nell'ottava successiva) e di dirmi, alla  fine di ogni brano, che emozioni avevano provato.
I dodicenni hanno ascoltato con grande reazione, li guardavo in volto mentre passavano i suoni e le immagini, per molti di loro parlava il muoversi delle sopracciglia e il contrarsi o distendersi della loro bocca.

Qua di seguito metto il freddo elenco delle caratteristiche dei video e l'emozione rappresentata

1 - Simone Kermes:  L'AGITAZIONE
Dopo un’orrida procella
splende chiaro il ciel sereno 
che disgombra il nostro seno
 
dell'affanno, e del timor.
Così suole la fortuna
ristorare i danni suoi
vicendevoli con noi
alternando il suo rigor.

- Nonostante la serenità del testo, la musica esprime la grande agitazione lasciata nella persona dalla terribile esperienza appena passata (la procella). Le note della melodia si susseguono l’una all’altra con grandi intervalli tra loro, saltando su e giù di un’ottava e anche più.
- l’affanno viene sottolineato con un lungo vocalizzo  
- nella seconda ripetizione si levano alte le grida agitate del ricordo.
- nella terza ripetizione si cerca di mettere un po’ di leggerezza nell’esposizione del pensiero, ma senza successo, l’adrenalina riprende il sopravvento.
- durante tutta l’aria il corpo, gli occhi, gli arti, esprimono le emozioni del canto.

2 - Cecilia Bartoli: LA PAURA
Agitata da due venti, 
freme l'onda in mar turbato 
e 'l nocchiero spaventato 
già s'aspetta a naufragar. 
Dal dovere da l'amore 
combattuto questo core 
non resiste e par che ceda 
e incominci a desperar.

 Si ritrova l’agitazione, ma stavolta in una situazione che si sta vivendo, non ricordando, quindi con il colore della paura.  Gli intervalli tra le note sono meno grandi, devono esprimere il lamento, la paura e la sua paralisi, le alte grida della disperazione e del terrore, il singhiozzo del pianto e di nuovo il sussurro paralizzato del “oh Dio, oh Dio…”.
Anche in questo caso, come in tutti gli altri, ha molta importanza l’osservazione della mimica del soprano, gli occhi sbarrati, la paralisi improvvisa, ecc….

3- Haka Maori: LA POTENZA, IL CORAGGIO, LA MINACCIA 
Lo Haka Maori è una danza che esprime il sentimento interiore di chi la esegue, e può avere molteplici significati. È comunque un rituale che cerca di impressionare: si roteano e si spalancano gli occhi, si digrignano i denti, si mostra la lingua, ci si batte violentemente il petto e gli avambracci, si dà quindi un saggio di potenza e coraggio, che si ricollega allo spirito guerriero dei Maori. 
Gli intervalli musicali sono contenuti, manifestano insieme al ritmo controllo e coraggio. Si trova  anche qua l’ “ah” ricorrente della  paura, ma questa volta il controllo col quale è espresso lo rende un grido di di potenza.

4 - Sefyu: ATTEGGIAMENTI ARCAICI E GRUPPI MODERNI
Il video mostra un gruppo urbano di giovani, una banda metropolitana, che si muove accompagnata da  un brano rap.
È  interessante individuare e cogliere le somiglianze espressive con la danza haka mostrata nella diapositiva precedente. Si sottolinea in  particolare il grido “ah!” di potenza ritmato e ripetuto e i movimenti del corpo e degli arti del gruppo di  giovani.

5 - Wazimbo: AMORE GENITORIALE   E  RESPONSABILITÀ      SOCIALE
In questo ultimo brano musicale, moderno, un padre chiede ai “Signori della guerra”  di riavere indietro la piccola figlia Maria, scappata dal paese insieme alla madre per sottrarsi al massacro della guerra, e poi, dopo la morte della madre,  persa all'estero.
Si sottolinea il tracciato melodico e gli intervalli usati  per esprimere l’intensità degli affetti che muovono i gesti: l'amore, il senso di responsabilità sociale, il rifiuto della violenza, insieme alla mimica e alla voce del cantante, così diversi da ognuno dei video già presentati.
Mah, lo dicevo io che era un’impresa difficile. Però se qualcuno ha osservazione o commenti da fare li butti pure lì…
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* vedi post precedente


2 commenti:

  1. Si potrebbe facilmente pensare che per poter ascoltare con un minimo di cognizione musica, classica o moderna o come piffero la scegliete, sia necessario un NON MINIMO (cospicuo) lavoro a monte per cercare di acquisire una conoscenza che consenta di poter valutare cose come "...salti delle note della melodia (gli intervalli), cioè la vicinanza tra loro delle note cantate per esempio do-re nella stessa ottava, oppure do-re con il do in una ottava e il re nell'ottava successiva...) e che pertanto sia preferibile (più comodo) limitarsi ad assaporare le emozioni che questi "salti" o "vicinaze di ottave" o... suscitano nell'anima...
    Sorprendentemente succede, anche abbastanza spesso, che queste emozioni, per completezza ed intensità, non siano diverse, negli "ignoranti", da quelle provate da chi ha una buona preparazione musicale di base. Forse questo vuol semplicemente dire che nel nostro dna è insita quella che io definisco capacità di ascolto... e che la completezza dipende forse più dalla sensibilità dell'anima che dalla preparazione specifica. (forse mi son parlato addosso) :-()

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    1. affatto! è successo proprio così con gli studenti, avevo distribuito una tastiera di carta a ognuno (si vede nella presentazione introduttiva) e avevo fatto solo pochi esempi di cosa si intende per "distanza" o intervallo tra due note, ma hanno subito capito e dopo aver ascoltato hanno anche acquisito giustamente i termini nel parlato, si esprimevano correttamente, usandoli a proposito.
      e poi... lo sai che 'un l'avevo ancora visto questo: :-() ? bellino!

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